Raggiungi i tuoi obiettivi
22 Novembre 2021La divisione ed il rispetto dei ruoli in azienda
9 Dicembre 2021Chissà quante volte ti sarà capitato di trovarti di fronte a un problema e pensare: “É impossibile, non c’è soluzione”. Entri in crisi, ti senti ingessato, tutto diventa grigio e piatto. Un vicolo cieco. Ma per fortuna tu sai cosa significa la parola crisi (dal gr. krísis “scelta, decisione”) e ti fai la domanda perfetta per l’occasione. Qual è l’opportunità? Questo problema cosa ha in serbo per me? Sono queste le domande che iniziano a generare il flusso creativo che ti permette di diventare più performante che mai.
La realtà è che spesso ho osservato, durante il mio lavoro e nella vita di tutti i giorni, persone abbattute, oscurate da un senso di sconfitta o fallimento e schiacciate dal giudizio. Questo mi ha reso ancora più determinata nel voler trasmettere, ogni singola particella delle competenze che ho acquisito, per poterti fare sperimentare a modo tuo, il fascino e la potenza della creatività. Ogni volta che mi sono tuffata con tutto il cuore in un’impresa e ho portato fino in fondo quell’impegno, ho sperimentato un’espansione potentissima del mio potere di influenzare positivamente la mia crescita personale e l’ambiente in cui mi trovavo. Posso ancora sentire quel senso di vittoria emergere dalle profondità del mio essere e quei brividi che mi scorrono addosso quando mi sento al posto giusto nel momento giusto. Un senso di soddisfazione e gioia sono il risultato della vitalità dinamica che emerge grazie alla creatività, dopo l’esercizio strenuo di azioni coerenti, sforzi e lacrime versate per conquistare quel singolo momento.
Anche di fronte alle difficoltà e sconfitte apparenti, quando vivo le mie giornate sforzandomi di ricordarmi di scrivere io stessa la mia vita, rinnovandomi continuamente, allora l’essenza creativa rimane intatta e mi sento di nuovo capace di tutto. Ma nonostante questo mondo si trasformi rapidamente e sempre più la creatività sia considerata una competenza indispensabile anche nel mondo del lavoro, pochi di noi hanno l’ardire di definirsi creativi. La riluttanza a farlo nasce dalla complessità definire la creatività e talenti, prescindendo dall’ambito artistico. La creatività però non sempre si avvale dell’arte per manifestarsi, nella maggioranza dei casi il campo effettivo della sua espressione più ampia è il problem solving.
Ma creativi si nasce o si diventa?
Da bambini si ha, nessuno escluso, una creatività impressionante: è il desiderio di sperimentare i propri limiti gioiosamente e la curiosità che generano e rigenerano la creatività. L’essere umano fino all’età prescolare instancabilmente gioca per scoprire sé stesso e la realtà che lo circonda senza vincoli ne tantomeno pregiudizi. Poi tutto cambia. Quante volte ci siamo sentiti ridicoli ad esprimere un’idea un po’ fuori dalle righe o a confidare la nostra soluzione fantastica? Quante volte ci siamo sentiti giudicati per aver espresso un parere originale? Spesso molti di noi non ammettono di essere creativi per il semplice fatto che, come spiega bene il Forum Economico Mondiale (weforum.org), questo tipo di mentalità viene corrosa dalle pratiche educative convenzionali quando entriamo a scuola.
I bambini entrano così un sistema scolastico come prodotto industriale di educazione di massa focalizzato sull’importanza della conoscenza vs l’immaginazione per l’inserimento nel mondo del lavoro. Un sistema che alimenta, nei futuri cittadini di domani, autoindulgenza e indolenza, senso di impotenza e rassegnazione, tendenza alla lamentela e alla fuga dalla realtà; tutti stati d’animo che corrompono e indeboliscono la naturale spinta creativa della vita. Per questo credo che, vivere una vita piena e appagante significhi trovare il modo, ad ogni costo, di stimolare e far emergere le fonti creative latenti nella nostra vita per rigenerarci continuamente, nonostante tutto e tutti. Qualsiasi cosa accada, la scintilla creativa è sempre presente nella vita di ognuno/a di noi.
Certamente siamo diventati abili ad utilizzare il pensiero razionale appreso nei lunghi anni sui banchi di scuola ma oggi, grazie alla nuova visione che avanza nel mondo del lavoro, ci sentiamo finalmente incoraggiati a sbizzarrirci con il pensiero laterale, ampliare il nostro modo di osservare da più punti di vista, divertirci con soluzioni creative per recuperare il tempo perduto. Alla pari del pensiero logico-razionale, il pensiero laterale è infatti un modo per interpretare e affrontare i problemi, rinunciando deliberatamente agli approcci scontati a favore di quelli inaspettati o creativi, capaci di creare nuove frontiere nel business e nella vita di tutti i giorni. La chiave è proprio questa: ignorare deliberatamente soluzioni dirette per trovare innovazioni nascoste e lasciare che l’intuizione e lo humor prendano il sopravvento.
Per le aziende più evolute, ciò che è di fondamentale importanza è che tu sia te stesso/a, che tu sia libero/a dagli schemi e sia dotato/a delle skills più importanti per il nuovo secolo: risoluzione di problemi complessi, pensiero laterale e creatività. In un mondo in continua trasformazione saranno proprio le persone più creative, quelle capaci di uscire dagli schemi sclerotizzati e di incoraggiare gli altri ad abbandonarli per assumere dei rischi calcolati, a generare nuove frontiere. Le aziende che affiancano mentalità creative, diversità di pensiero e diversità cognitive sono quelle che garantiranno la soluzione di vecchi problemi per lo sviluppo globale e la sostenibilità.
Sara Cacciuto – Responsabile Formazione