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2 Novembre 2021La leadership
13 Novembre 2021Coaching – La fiducia nel team
Come faccio a fidarmi se il mio capo per primo non è coerente tra ciò che chiede e ciò che fa? Sento di non avere legami con i miei colleghi, come posso fidarmi se non li conosco? Sembra sempre che si debba dimostrare di essere più bravi anche a discapito degli altri. Sempre in competizione. Come è possibile avere fiducia in un clima del genere?
Potrei andare avanti all’infinito ma so che non è utile, certamente tu conosci bene tutto questo e alimenterei solo la lamentela che ti ossessiona. La mattina ti svegli e già sei stanca/o perché ti manca la cosa più importante: un lavoro che ti faccia sentire nel posto giusto, al momento giusto e con le persone giuste. Ho una buona notizia per te: questo lavoro esiste, dipende solo da quanto coraggio e quanta fiducia hai in te stessa/o.
Partiamo dal principio. In tutte le organizzazioni emergono “ostacoli base” nel lavoro di squadra ed esiste un modo per superarli: conoscerli, trasformarli in sfide e avere gli strumenti per creare da essi opportunità. Certamente conosci la teoria di Lencioni sulle 5 disfunzioni del team:
1. Mancanza di fiducia;
2. Paura del conflitto;
3. Mancanza di impegno;
4. Fuga dalla responsabilità;
5. Disattenzione ai risultati.
La fiducia è quindi il punto cruciale, gli altri quattro seguono come conseguenza.
Fidarsi nel gioco di squadra, ci permette di manifestare un immenso potenziale individuale e collettivo, questo lo sappiamo tutti, ma quando mi sento sfiduciato/a? Cosa devo chiedere a me stesso/a? Qual è la fonte della fiducia? Di chi mi devo fidare principalmente? Anche se so di avere un potenziale infinito e che posso manifestare la mi creatività in ogni campo desideri, se non ho il coraggio di agire in base a questa consapevolezza, se ho paura di aprirmi all’altro per agire insieme, questo potere rimane spento e il mio ambiente non sarà altro che il riflesso della sfiducia che ho in me stesso/a.
Come posso rivelare agli altri i miei difetti se sono il direttore supremo dei direttori supremi?
Come posso chiedere scusa quando pur avendo un ruolo così figo ogni tanto mi sento una/o sfigata/o? Se non ci sforziamo di migliorare il nostro carattere, le nostre emozioni possono rimanere le stesse di quando eravamo adolescenti indipendentemente da quale ruolo abbiamo in azienda! Lo status quo può essere l’elemento critico che ci impedisce di esternare ciò che vorremo. Le etichette ci tengono ingessati e svuotati di quell’umanità fondamentale per stringere relazioni di valore, legami tra persone che amano lo scambio di idee, che desiderano sostenere prima di chiedere sostegno, che adorano affrontare i conflitti apertamente perché lì si nascondono grandi opportunità di crescita, conoscenza e stima reciproca.
Gandhi diceva: “Sii il cambiamento che vuoi vedere intorno a te”. Questa frase mi spinge alla sfida creativa.
La ripeto e sento una grande fiducia in me stesso/a, so di poter contare su di me e che anche tu e chiunque altro può fidarsi ciecamente di me. Allora si espande in ogni fibra del mio corpo quel coraggio caldo, quella fiducia nel genere umano che mi muove e mi fa essere audace, intraprendente e gioioso/a. Alcune volte, anzi spesso, gli sforzi per migliorare il mio carattere, mi portano a scontrarmi con resistenze personali ed esterne anche molto forti. So che solo perseverando, sarò in grado di esprimere al massimo il mio potenziale ed eccellere naturalmente e spontaneamente in qualunque impresa mi venga in mente di lanciarmi. So che la trasformazione positiva dei miei lati oscuri è la chiave passepartout affinché l’ambiente dove lavoro, le relazioni con i colleghi e con chiunque io interagisca siano il riflesso di questo mio impegno per il bene di tutti. Allora condividere le mie debolezze ed essere disposta/o ad accogliere quelle degli altri, renderà il nostro luogo di lavoro veramente nostro, il mio team il gruppo di persone con le quali desidero stare, con le quali mi sento libera/o di parlare e ascoltare, lo scambio di idee ci permetterà di correggere gli errori e unire le nostre forze, ogni membro saprà chiedere aiuto, ammetterà i propri errori senza sentirsi ridicolo, chiederà scusa e si concentrerà sui feedback per migliorare insieme, indipendentemente dal ruolo.
Ci sentiremo coinvolti quando emergerà un conflitto e saremo pronti a voler dialogare in maniera costruttiva facendoci forza sulla diversità delle nostre idee e certamente troveremo la soluzione di quel problema se non addirittura lo sviluppo di nuove frontiere, impegnandoci a rispettare una decisione sapendo che è il frutto del contributo di tutti. Avendo chiaro quali sono le priorità, svilupperemo la capacità di fare progressi e cambiare direzione senza esitazioni per riallinearci ai nostri obiettivi di gruppo, ognuno con le proprie risorse, ognuno con i propri talenti. La fiducia reciproca amplificherà il desiderio di assumerci le nostre responsabilità perché ogni contributo, il mio contributo, è apprezzato, unico e indispensabile. L’efficacia della nostra squadra dipende da tutti noi e se sono meno performante, se non porto attenzione ai risultati per qualsiasi motivo, sarò sicura/o di poter migliorare grazie al sostegno e la comprensione di tutti per tornare a dare il massimo e stare bene con me stessa/o e con tutti gli altri.
Sara Cacciuto – Responsabile Formazione